Mostra “the swiss touch in landscape architecture” Casa dell’Architettura Spoleto, Palazzo Collicola Arti Visive Spoleto 9 giugno 2017 – 16 luglio 2017
Oggi il paesaggio è al centro del discorso politico, estetico e sociale. In un’epoca in cui tutti discutono di paesaggio – i giornalisti, i politici, gli architetti, gli urbanisti, i sociologi… –, la figura principale che agisce concretamente sul territorio, ovvero l’architetto del paesaggio (e il creatore di giardini), resta poco conosciuta.
La mostra “the swiss touch in landscape architecture” è pensata per riempire tale lacuna presentando la ricchezza e la complessità dell’opera di questi protagonisti poco visi
bili.
In “the swiss touch in landscape architecture”, il concetto di architettura del paesaggio non è trattato in modo rigido, dogmatico. Questo spiega perché le realizzazioni di architetti illustri quali Bernard Tschumi o Herzog & de Meuron, oppure quelle di un ingegnere famoso come Jürg Conzett facciano parte dell’esposizione.
(…) La mostra “the swiss touch in landscape architecture” presenta un’espressione culturale fondamentale, ma tuttora poco nota; una pratica importante e troppo spesso ignorata; una professione in cui la Svizzera eccelle; delle opere esemplari che meritano di essere valorizzate; un ambito affascinante e di grande attualità.
L’architettura del paesaggio è un fenomeno che ha trasformato completamente il territorio e il nostro modo di intenderlo. La disciplina, relativamente recente – ha fatto la pro
pria comparsa verso il 1800 –, si è sviluppata negli ultimi decenni in modo considerevole. Attualmente l’architettura del paesaggio conosce un momento di spettacolare espansione e sta assumendo un ruolo sempre più importante. In effetti, l’interesse per il paesaggio rappresenta una delle tendenze più significative della nostra epoca.
L’architettura del paesaggio odierna si occupa infatti della pianificazione degli spazi pubblici, dei progetti urbani e periurbani, della gestione degli spazi verdi nelle città, della creazione di parchi e giardini, dei terreni post-industriali, come pure dell’integrazione delle zone agricole nel territorio.(…)